20 dicembre 2020

Investimenti strutturali in aziende agricole e cooperative, innovazione, attività di formazione e informazione, ma anche studi di settore e una nuova governance: sono i pilastri sui cui si è strutturato il progetto integrato di filiera Filbio, “Sviluppo di una Filiera sostenibile, competitiva e innovativa per la produzione di latte e Grana padano biologico e no ogm”, realizzato grazie al PSR Lombardia 2014 – 2020 a valere sull’Op. 16.10.01 e guidato dalla cooperativa Comazoo, in partenariato con il Consorzio Cis e le cooperative Latteria San Pietro, Alpe del Garda, Comab e diverse aziende agricole socie. Coinvolti a supporto anche l’Università di Perugia, l’Università Cattolica, Federbio, il Consorzio Koinon e Confcooperative Lombardia. Il progetto ha incluso quindi partner di tutti i livelli della filiera: dalle aziende della produzione primaria alle imprese di trasformazione e commercializzazione dei prodotti finiti.

Governance e contratto di rete  
Alla base del funzionamento del progetto e della filiera c’è l’individuazione di un modello di governance, costruita con uno scopo ben preciso: quella di governare il funzionamento della filiera, gestire le relazioni sociali e economiche tra i diversi soggetti e mettere le basi per lavorare insieme e perseguire una strategia condivisa. Risultato dello studio di governance è stata la definizione di uno strumento giuridico adeguato: il contratto di rete. Si è optato per questo strumento per diversi motivi: garantisce una maggiore snellezza nelle operazioni ed è la soluzione risultata più conveniente alla luce dell’obiettivo di creare una moltiplicazione di servizi, sfruttando le competenze dei diversi soggetti coinvolti, in modo da far crescere le stesse aziende, le loro conoscenze e le competenze relative a questa filiera. Ed è uno strumento innovativo che guarda al futuro: il suo sviluppo è in linea con la nuova PAC e con il Green Deal, in particolare con la strategia From Farm to Fork.

Investimenti e opportunità
Le imprese agricole e di trasformazione hanno partecipato al progetto con la realizzazione di investimenti strutturali finalizzati all’ammodernamento degli impianti e la creazione di nuove linee di produzione bio o no ogm. Entrando nel dettaglio, la cooperativa di Montichiari (BS) Comazoo, ha realizzato un nuovo impianto per la produzione di alimenti zootecnici e in particolare biologici e no ogm. La cooperativa Alpe del Garda, situata a 700 metri di altezza a Tremosine, ha costruito un nuovo caseificio con strutture e attrezzature per la produzione di Grana Padano DOP per la valorizzazione del latte di montagna di alta qualità. Latteria San Pietro, che si trova a Goito (provincia di Mantova) ha realizzato un nuovo caseificio, un investimento pensato con l’obiettivo di essere fortemente innovativo e rispettoso dell’ambiente.

Non solo cooperative. Nel progetto Filbio, sono partner anche alcune aziende agricole socie delle cooperative. Come l’azienda Motella Bassa, in provincia di Mantova, convertita al biologico, che grazie al finanziamento del PSR ha rinnovato la stalla, con spazi per lo svezzamento delle vitelle da rimonta da 5 giorni di vita fino ai 6 mesi e costruito anche un tunnel per il ricovero dei foraggi in balloni. L’azienda agricola Lazzari, in provincia di Cremona, anch’essa partner del progetto Filbio, si è convertita al biologico oltre 20 anni fa, e con il progetto Filbio, ha acquistato nuovi macchinari, in particolare per la minima lavorazione. Nell’azienda agricola Strale, azienda storica del mantovano, gli investimenti strutturali sono stati inerenti il rifacimento dei magazzino per prodotti biologici.

Innovazione
Accanto agli investimenti, un altro ambito di intervento ha riguardato l’innovazione, con due progetti specifici.
Il progetto Bio.Manager, “Progetto pilota per lo sviluppo di un sistema di gestione interna della filiera”, è stato messo in campo dal Consorzio CIS, con la collaborazione dell’Università di Perugia: ha visto lo sviluppo di un sistema gestionale finalizzato a migliorare le relazioni e i processi interni alla filiera. Questo, è in grado, da un lato, di migliorare il coordinamento tra i diversi attori (imprese agricole e fornitori di ma­terie prime e servizi) e, dall’altro, fornire valutazioni e informazioni alle aziende agricole per migliorare le loro performance produttive. Gli aspetti che sono monitorati sono: water footprint, carbon footprint, biologico, benessere animale, agricoltura di precisione. Il sistema “scatta” una fotografia dello stato at­tuale in cui l’azienda agricola si trova rispetto a questi aspetti e individua le opportunità e modalità di miglioramento.

Il progetto FIP4MILK è invece finalizzato allo sviluppo di un sistema di tracciabilità di filiera per il Grana Padano Bio, cioè un sistema gestionale per migliorare la comunicazione verso l’esterno con i consumatori, per una maggiore trasparenza della filiera stessa. Si tratta di un progetto di innovazione promosso da Comazoo, con la partecipazione di Latteria S. Pietro, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e di Federbio Servizi.  La piattaforma FIP4MILK è uno strumento che permette di efficientare tutta la complessa filiera che c’è dietro al prodotto e, in futuro, potrebbe essere usata anche da chi certifica la filiera biologica.

Formazione e comunicazione
All’interno del progetto sono state realizzate anche attività di informazione e formazione destinate alle aziende agricole per promuovere e trasferire conoscenze sulla produzione biologica.

 

 

Filiera interprofessionale al servizio degli operatori biologici

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