26 aprile 2019

Per valorizzare le mense scolastiche biologiche, il Mipaaft stanzia 10 milioni, un fondo volto a ridurre i costi a carico delle famiglie beneficiarie del servizio e a realizzare iniziative di informazione e di promozione nelle scuole.

Il finanziamento sarà diviso tra le Regioni sulla base del numero di pasti serviti dalle mense biologiche registrate al 30 giugno 2018: si tratta di oltre 11 milioni di pasti bio. La regione che riceverà la cifra più alta (circa metà del totale) sarà l’Emilia-Romagna, seguita poi da Toscana e Lombardia, con oltre un milione ciascuna (di pasti e di euro). Le Regioni dovranno poi distribuire almeno l’80% dei fondi ai Comuni per evitare un aumento del prezzo del menu bio in confronto al convenzionale.

Le mense biologiche sono state istituite nel 2017 su iniziativa del ministero delle Politiche agricole, con il sostegno dei ministeri dell’Istruzione e della Salute. In particolare, per essere qualificata come biologica la mensa scolastica è tenuta a rispettare quantità ben definite di prodotti bio: almeno il 70% per frutta, ortaggi, legumi, prodotti trasformati di origine vegetale, pane e prodotti da forno, pasta, riso, farine, cereali e derivati, olio extravergine. Percentuale che sale al 100% per le uova, yogurt e succhi di frutta 100%. Per quanto riguarda, invece, i prodotti lattiero caseari – escluso lo yogurt – carne, pesce da acquacoltura la quantità scende al 30%.

“Mangiare sano a scuola non sarà più costoso – ha dichiarato il sottosegretario del ministero, Franco Manzato – Con questo fondo infatti permettiamo alle scuole e alle famiglie di mettere nei piatti delle nuove generazioni prodotti genuini e sani, usufruendo di pasti di altissima qualità preparati con ingredienti biologici certificati in un contesto di condivisione e socialità”. Manzato ha sottolineato che “il sostegno del Ministero permetterà alle scuole e alle famiglie di offrire menu biologici senza spese aggiuntive sul costo delle mense”.

L’obiettivo futuro del Mipaaft è di moltiplicare le richieste di adesione al fondo da parte dei Comuni e allargare quindi la platea dei beneficiari.

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